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Una piazza per la Stanga!

Via Maroncelli alla Stanga. Foto di Andrei Ene, dal libro cartonero “Stanga. Un quartiere raccontato dai suoi abitanti”

La Stanga ha bisogno di una piazza. Ne siamo convinti perché in quel rione di Padova abbiamo svolto un’intensa e partecipata ricerca, cinque anni fa, e la costruzione di una piazza è stata la proposta che ne è emersa. Suggerimmo anche un nome: piazza dell’accoglienza.

In realtà ce l’aveva suggerito una delle tante, e dei tanti, abitanti che avevamo intervistate e con cui abbiamo condiviso la ricerca. “Immagino la Stanga come la porta dell’accoglienza” ci aveva confidato Rinalda Montani. La Stanga è l’ingresso della città, il rione che accoglie chi arriva da fuori. E l’accoglienza qui – tra le scuole e le case – ha una storia densa, non sempre pacifica, ma vitale. Scrivevamo come i nostri interlocutori temessero che la zona divenisse “solo un concentrato di servizi, un dormitorio” e che la piazza poteva essere un antidoto a tutto questo.

Il Quadrante nordest della città è travolto dai Cambiamenti, quelli con la C maiuscola: stravolgimenti dettati dal battito incessante dei grandi interessi immobiliari e dal balbettio – o la connivenza – della politica. “Occorrerà – scrivevamo allora – porre attenzione perché la storia e la vita del rione – vitale e contraddittoria, energica e dolente – non venga sommersa dai Cambiamenti, ma da questi aiutata e valorizzata”. E una piazza vera, viva e riconoscibile – non un’appendice della nuova Questura come temiamo di intuire dal rendering prodotto dalle archistar che è stato diffuso in questi giorni –, sarebbe un bel modo per darle una centralità e un luogo di sosta, scambio e riconoscimento.

Cresciuta all’ombra dello sviluppo industriale, la Stanga si è ritrovata nel ciclone delle trasformazioni urbane legate sia alla nuova economia che sulla rendita dei suoli – e il suo vertiginoso risiko – fonda molte delle sue fortune, sia alle nuove correnti migratorie sospinte da molti angoli della terra a cercare uno spicchio di fortuna e approdate alla Stanga prima che in altre zone della città.

La Stanga è un rione che conta una straordinaria vitalità sociale, un forte tessuto partecipativo e la vicenda di via Anelli – ci hanno raccontato i nostri interlocutori – ha un ruolo in tutto ciò: “L’abbiamo vissuta come una sfida, e a me piacciono le sfide” ci ha confidato un’attivista del quartiere.

Le palazzine di via Anelli, il ghetto – costruito da un impasto da ignavia, bieca speculazione e interessi criminali – è raso al suolo, ma rimane nelle memorie delle persone che qui vi abitavano. Molte dei quali si sono date da fare in quegli anni per affrontare i problemi di chi nel ghetto vi abitava, e tutt’ora si danno da fare per tenere in vita relazioni solidali nel quartiere.

È un quartiere vivo la Stanga e una piazza se la merita.

Leggi il libro inchiesta sulla Stanga, qui in pdf

In copertina: Via Maroncelli alla Stanga. Foto di Andrei Ene, dal libro cartonero “Stanga. Un quartiere raccontato dai suoi abitanti”

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